Appuntamento andato male
Dovrei dire primo appuntamento andato male, o “andato a male”? Cioè come quando fai la crema pasticcera o la maionese e va a male, oppure quando lasci il latte nel frigorifero per mesi e poi “va a male”?
Dopo eoni un ragazzo mi aveva invitato fuori! È l’amico di un amico. Stavamo chiacchierando in compagnia e parlando di film in programmazione e mi chiede se mi andrebbe di andare con lui al cinema.
Sarei stata stupida a dire di no, vi pare? Oltretutto Augusto è davvero un bel ragazzo. Certo il nome non è dei più popolari o moderni, ma cosa importa? Un uomo è un uomo, un appuntamento un appuntamento!!!
Se devo essere sincera non mi sembrava vero!!!
Ci ho impiegato due giorni a decidere cosa mettere, poi ho pensato ad un appuntamento in nero. È il colore, o se vogliamo “non colore” per eccellenza: elegante, di classe, da strafigatina!
Non che lo sia però almeno volevo apparire al meglio.
E …. ???? vi starete domandando.
Già, perchè a me nulla può andare per il verso giusto, nel modo migliore che ci sia! Come dice il nostro amico Murphy, se qualcosa può andar male lo farà. Non per niente faccio parte del Club delle Sfigate!!!
D’accordo, non vi terrò oltre nel mistero. E no non mi è rotto il tacco della scarpa, nemmeno la classica unghia per cui le perfettine urlerebbero al disastro.
Io non potevo essere vittima di niente di così banale.
Io sono rimasta chiusa in ascensore!
Bella pronta con abito, borsa e scarpe dal tacco dieci coordinate, giacchina leggera e capelli in ordine sono uscita di casa per entrare in ascensore mai avrei pensato di rimanerne vittima.
Quando ho premuto il tasto del pianoterra le porte metalliche si sono chiuse e poi PUFFFFFFF!
La luce si è spenta, il display dell’ascensore pure.
Non sono una di quelle donne che vengono subito prese da un attacco di panico, ma porca paletta!!!! io avevo un appuntamento, così ho iniziato a scampanellare come una forsennata, ma nessuno dei miei vicini si è fatto vivo. Allora ho iniziato a premere con forza sul campanello d’allarme per contattare l’assistenza.
Certo gli operatori sono stati gentilissimi, ma io sono uscita dall’orrenda scatola metallica quasi un’ora e mezza dopo. Ho chiamato subito Augusto per spiegargli che, mannaggia agli ascensori e ai telefoni cellulari che nelle scatole metalliche non funzionano, non era colpa mia e il ritardo non era premeditato.
Mi ha risposto la segreteria telefonica e io ne ho dedotto che, o era entrato a vedersi il film da solo, o non aveva voglia di rispondermi.
Odio gli ascensori!!!